Bislacca la richiesta di progettare una pensilina di collegamento tra i due corpi dell’arengario milanese.

Bislacca tutta la documentazione di supporto, con tavole di diverso formato e provenienza e quindi non corrispondenti tra loro e probabilmente alla realtà.

Bislacca la gestione che non ha tenuto conto di una opposizione netta da parte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano alla realizzazione di un collegamento aereo che avrebbe rotto la prospettiva verso e da piazza Diaz.

Un concorso in salita, una ripida salita, con pochissime possibilità di successo. Ma proprio per questo, forse, ancora più stimolante.

A un quesito impossibile, posto male e condotto peggio, era necessario rispondere con una proposta ironica, dissacrante, quasi provocatoria ma allo stesso tempo giocosa e affascinante.

E quindi abbiamo proposto di collegare i due edifici dell’arengario con un semplice tratto circolare, un anello, che non invadesse la prospettiva, ma ne rappresentasse l’unione e la continuità.

Un tratto che in realtà è il binario di collegamento per una serie di “ascensori orizzontali” che, solo secondo le necessità, e solo durante gli orari di apertura, attraversano il cannocchiale visivo tra Piazza Duomo e Piazza Diaz, trasportando i visitatori lungo il percorso espositivo.

Una Ovovia Cittadina che diventa essa stessa attrazione.

Una soluzione che permette, come da richiesta del bando, la continuità  senza soluzione,  del percorso espositivo, superando il dislivello tra i piani dei due arengari, che non sarebbe possibile con una semplice pensilina di collegamento alla medesima quota da terra.

E nella logica di rendere il nuovo Museo del 900+100 aperto e collegato direttamente alla città, sono stati posizionati al piano terreno, sia l’area di ristorazione sia il book shop, con un collegamento diretto verso l’esterno che ne garantisse la possibilità di apertura indipendentemente dalle attività museali.